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Periodico parrocchia del Ss.Antonio Abate e Francesca Cabrini - Sant'angelo Lodigiano
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Santa Messa della Domenica


  

28 Luglio 2024


XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B


  LITURGIA DELLA PAROLA 



  Prima Lettura

  Ne mangeranno e ne faranno avanzare.


  Dal secondo libro dei Re (2Re 4,42-44)

In quei giorni, da Baal-Salisà venne un uomo, che portò pane di primizie all’uomo di Dio: venti pani d’orzo e grano novello che aveva nella bisaccia.

Eliseo disse: «Dallo da mangiare alla gente». Ma il suo servitore disse: «Come posso mettere questo davanti a cento persone?». Egli replicò: «Dallo da mangiare alla gente. Poiché così dice il Signore: “Ne mangeranno e ne faranno avanzare”».

Lo pose davanti a quelli, che mangiarono e ne fecero avanzare, secondo la parola del Signore.

Parola di Dio.   


 

Salmo Responsoriale  Dal salmo 144

Apri la tua mano, Signore, e sazia ogni vivente.


Ti lodino, Signore, tutte le tue opere

e ti benedicano i tuoi fedeli.

Dicano la gloria del tuo regno

e parlino della tua potenza. R.

 

Gli occhi di tutti a te sono rivolti in attesa

e tu dai loro il cibo a tempo opportuno.

Tu apri la tua mano

e sazi il desiderio di ogni vivente. R.

 

Giusto è il Signore in tutte le sue vie

e buono in tutte le sue opere.

Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,

a quanti lo invocano con sincerità. R. 

 


Seconda Lettura  

Un solo corpo, un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni (Ef 4,1-6)

Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.

Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.


Parola di Dio. 


  Canto al Vangelo (Lc 7,162)5


Alleluia, alleluia.

Un grande profeta è sorto tra noi,

e Dio ha visitato il suo popolo. 


Alleluia.



  Vangelo   
  Distribuì a quelli che erano seduti quanto ne volevano.


Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,1-15) 

In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.

Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».

Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.

Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.

E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.

Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.


Parola del Signore.




Messaggio del Parroco


Carissimi,

di feste i nonni non ne meritano una, neanche due, quattro, cinque. I nonni per quello che rappresentano, per quello che continuano a fare per stare accanto ai figli e ai nipoti, per quello che sopportano a causa della tarda età con tutti i guai che essa porta con sé, meritano una festa ogni giorno dell’anno. Poi però c’è il rischio di inflazionarle e quindi perdono di valore e di significato. Curioso è stato il tentativo, istintivo per un verso e pilotato per l’altro, di trasformare la festa religiosa del due ottobre dedicata agli angeli custodi, proprio ai nonni. Cosa intendo dire? Che è stato spontaneo per molti riconoscere nei nonni quegli angeli custodi da festeggiare. Ricordo benissimo fin dall’asilo il quadro più famoso che rappresenta degli angeli intenti ad accompagnare dei bambini che, intimoriti, attraversano un ponte malconcio. Il significato era palese: nei pericoli della vita sappi di avere accanto a te un angelo che Dio ti ha posto vicino affinché ti custodisca.

Pensando a quello che tante volte i nonni fanno oggi per i loro nipoti, che i genitori, impegnati dal necessario lavoro per far fronte ai bisogni familiari o nella carriera, non hanno molto tempo per accudire, l’accostamento a quell’immagine è immediato: di fatto molti di essi se ne prendono cura e li custodiscono ogni giorno. Purtroppo però c’è anche un tentativo più o meno evidente, più o meno determinato a laicizzare le feste cristiane per evidenziare che il mondo, la cultura in cui viviamo non vuole più identificarsi con il cristianesimo e, da parte di qualcuno, favorire ulteriormente questo processo intaccando piano piano i simboli della cultura e della religiosità cristiana. Reinterpretare la festa degli angeli custodi nella festa dei nonni è una operazione di laicizzazione, di paganizzazione della nostra cultura. La festa dei morti diventa la festa di halloween; il Natale diventa la festa della pace e dei buoni sentimenti; la festa degli angeli custodi si trasforma nella festa dei nonni. Succede l’esatto contrario di quando sul paganesimo si è imposta la nuova fede cristiana: i morti abitualmente cremati, cominciarono ad essere sepolti; la festa del sole invitto nel solstizio d’inverno ha lasciato il posto al Natale; la festa dei fondatori di Roma dedicata a Romolo e Remo si è trasformata nella festa dei fondatori della Roma cristiana, Pietro e Paolo. Occorre carissimi, che se teniamo alla nostra fede, alla nostra religione, abbiamo consapevolezza di questi processi tentando di custodire un legame profondo e necessario tra la nostra cultura e civiltà, con la fede, la religione e i suoi simboli.

Domenica 28 celebreremo la IV giornata mondiale dei nonni e degli anziani voluta da Papa Francesco in concomitanza con la memoria dei Santi Gioacchino ed Anna, nonni di Gesù, che cade il 26 luglio. Festeggiare gli anziani e i nonni per esprimere rispetto, considerazione, gratitudine verso di loro è doveroso, bello, Purtroppo la calura stagionale rende davvero infelice questa collocazione. Di fatto non si riesce ad organizzare nulla perché a patire questo caldo sono per prime proprio le persone anziane.

Tuttavia, anche per contrastare abitudini che sembrano imporsi andando a toccare stili, circostanze, scelte che custodiscono nella vita quotidiana, i simboli, i valori e i significati strettamente legati al nostro credo religioso e alla Tradizione cristiana, proviamo a celebrare oggi l’autentica festa dei nonni. Facciamo poi festa ai nonni anche il 2 ottobre, purché non si intenda dire che gli angeli non esistono e che gli unici veri angeli che abbiamo il dovere di festeggiare in quel giorno sono coloro che stanno vicini con tanto affetto e dedizione ai loro nipoti.

Festeggiare gli anziani e i nonni per esprimere rispetto, considerazione, gratitudine verso di loro è doveroso, bello, significativo. Anche l’esperienza della pandemia ha evidenziato come spesso i nonni, ma soprattutto come hanno impostato la loro vita, quella spesso criticata dalle generazioni successive, ha di fatto permesso di tenere insieme numerose famiglie ed impedire il loro collasso anche economico. I nonni incarnano la saggezza che regala la vita e il tempo, le radici da cui proveniamo, ma che ancora tengono in piedi e nutrono l’albero che è sbocciato su di esse ed oggi tende i suoi rami, le foglie e i frutti verso il sole. Essi incarnano un affetto che è unico, fatto a volte di timore, di paura di non invadere, di non intralciare, di non sostituirsi, ma soprattutto espressione di una tenerezza ed una dolcezza uniche. Si creano storie di intesa davvero singolari tra i bambini e gli anziani, tra i nipoti, i pronipoti, nonni e bisnonni. Tutto questo pare contraddire gesti irrispettosi verso gli anziani, la poca considerazione che la società oggi è disposta a riconoscere loro, l’ingratitudine di molti figli e purtroppo a volte anche dagli stessi nipoti accuditi con tanto amore, una volta diventati grandi. Anziani e nonni sono spesso zittiti, umiliati, trattati con superficialità. Sono lasciati soli, persino abbandonati, a volte considerati un peso. La Giornata mondiale dei nonni intende proprio ribadire che anziani e nonni sono preziosi, per le loro famiglie, per le nostre comunità, per l’intera società. Seppure sia poco, anche dalle pagine dei nostri bollettini giunga l’augurio sincero del parroco, degli altri sacerdoti e delle intere nostre comunità a tutti i nonni e agli anziani di Sant’Angelo. Non solo oggi per la circostanza, ma sempre, sappiate che siete tanto preziosi: grazie per quello che rappresentate, avete realizzato e se potete ancora fate, sopportate. Perdonate tutti noi se in qualche modo vi abbiamo dato anche solo l’impressione di trascurarvi, di non avervi fatto sentire la stima e la gratitudine che meritate. Possiamo e speriamo di migliorare. Voi pregate per le nostre comunità, siate i nonni anche dei vostri preti, dei vostri oratori e delle vostre tre parrocchie.

Siate i nonni dei vostri nipoti, ma anche di tutta Sant’Angelo. 


Il vostro Parroco don Enzo. 



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