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Periodico parrocchia del Ss.Antonio Abate e Francesca Cabrini - Sant'angelo Lodigiano
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Santa Messa della Domenica


  

20 Ottobre 2024


XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B


  LITURGIA DELLA PAROLA 



  Prima Lettura

  Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza.


  Dal libro del profeta Isaìa  (Is 53,10-11)

Al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.

Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione,

vedrà una discendenza, vivrà a lungo,

si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.

Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce

e si sazierà della sua conoscenza;

il giusto mio servo giustificherà molti,

egli si addosserà le loro iniquità.

Parola di Dio.   


 

Salmo Responsoriale  Dal salmo 32

Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.


Retta è la parola del Signore

e fedele ogni sua opera.

Egli ama la giustizia e il diritto;

dell'amore del Signore è piena la terra. R.


Ecco, l'occhio del Signore è su chi lo teme,

su chi spera nel suo amore,

per liberarlo dalla morte

e nutrirlo in tempo di fame. R.


L'anima nostra attende il Signore:

egli è nostro aiuto e nostro scudo.

Su di noi sia il tuo amore, Signore,

come da te noi speriamo. R.

 


Seconda Lettura  

Accostiamoci con piena fiducia al trono della grazia.

Dalla lettera agli Ebrei (Eb 4,14-16)

Fratelli, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede.

Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: 

egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato.

Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno.

Parola di Dio. 


  Canto al Vangelo (Mc 10,452)5


Alleluia, alleluia.

Il Figlio dell'uomo è venuto per servire

e dare la propria vita in riscatto per molti.


Alleluia.



  Vangelo   
  Il Figlio dell'uomo è venuto per dare la propria vita in riscatto per molti.

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 10,35-45) 

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».

Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».

Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».


Parola del Signore.




Messaggio del Parroco


Carissimi

celebriamo con tutta la Chiesa la Giornata missionaria. Come sempre tutto si risolverà giusto giusto in una intenzione particolare della preghiera dei fedeli, che certo non mancherà e volentieri condivideremo e innalzeremo al Signore, e la raccolta di un obolo che poi consegneremo al Centro Missionario diocesano a sostegno delle opere missionarie. Del resto le sollecitazioni sono davvero sempre molte e alla fine tutte passano senza che neppure ce ne accorgiamo, senza che lascino un segno. In questi ultimi anni l’insistente richiamo a considerare che dobbiamo essere missionari qui, ci ha giustificato o, meglio, è diventata una buona scusa per dimenticare l’orizzonte universale della missione della Chiesa, così che alla fine non siamo più in grado né di pensare alla missione “ad gentes”, come si usa dire, ossia alla missione di chi parte per portare il vangelo dove ancora non è arrivato o dove ancora deve radicarsi, né di esserlo tra noi, compreso nei confronti di quelle “gentes” che sono venute qui ad abitare, vivono accanto a noi, incrociamo ogni giorno per strada, ma evitando il più possibile di mescolarci con loro. Mi permetto di dire, ma sicuramente mi sbaglio, che una parte della Chiesa oggi rischia di vivere una sorta di “blocco ideologico” nei confronti dell’impegno missionario, espressione di quell’imbarazzo a proporre la fede cristiana come unica via di salvezza che si sta facendo sempre più strada nel pensiero cattolico. È vero, Cristo non ha dato la sua vita sulla croce per i cristiani col pedigree, ma per tutta l’umanità perché il suo desiderio, che coincide con quello di Dio Padre, è che tranne chi ostinatamente lo rifiuta, tutti gli uomini, nessuno escluso, siano redenti. Per poter godere di questo dono gratuito che si giustifica solo a partire dall’amore che il Padre ha per l’umanità, Dio sa usare strade diverse e a noi, in alcuni casi, persino misteriose. La Chiesa ha sempre insegnato che non si salva solo chi è battezzato, ma anche chi ha desiderato il battesimo senza essere riuscito a riceverlo. Questo desiderio lo possiamo implicitamente riconoscere anche in chi vive con retta coscienza la propria esistenza, assecondando la legge del bene che il Creatore ha scritto nel cuore dell’uomo e che spesso trova anche nel sentimento religioso, qualsiasi esso possa essere, un conforto. Da qui a credere però che tutte le religioni sono vie di salvezza, che tutte le religioni alla fine si equivalgono, mi pare una banalità come quella di chi dice che tutte le strade portano a Roma. Grande rispetto per ogni religione o meglio per coloro che le professano. Consapevolezza che in ogni tradizione religiosa dobbiamo riconoscere i “semi del Verbo”, ossia elementi cristiani da valorizzare e che possono favorire l’incontro e il dialogo interreligioso. Insieme a tutto questo tuttavia resta la convinzione che solo Gesù Cristo è il rivelatore definitivo di Dio, che lui è l’unico salvatore del mondo e che la Chiesa è sacramento universale di Salvezza.Il cristianesimo purifica, eleva e compie ogni sforzo dell’uomo di immaginare Dio, ogni esperienza frutto anche della Grazia che prepara, ma non può sostituirsi alla fede in Cristo e all’accoglienza del suo Vangelo che compiono ogni attesa, profezia e promessa. Tutto questo non è da intendersi come una mancanza di rispetto o una imposizione indebita, una forzatura, o persino come proselitismo. Non c’è atto più libero di quello della fede. Gli uomini posso costringere i propri simili a dichiararsi seguaci di una tradizione religiosa piuttosto che un’altra, a vivere secondo i dettami di un credo piuttosto che un altro, ma non potranno mai costringere nessuno a crederci per davvero. È assolutamente sbagliato tentare di costringere qualcuno a credere in Gesù Cristo affinché abbandoni la propria religione e diventi cristiano. È sbagliato non valutare il positivo che ogni religione porta in sé e criticarle spesso senza neanche conoscerle. Ma perché non posso annunciare la mia fede convinto che in essa ogni cosa, ogni esperienza, ogni tradizione, ogni pensiero, ogni religione trova il suo compimento? Gesù ci ha detto che solo chi crederà in lui e sarà battezzato si salverà. Essere abili nell’interpretare le sue parole è una virtù, arrivare a fargli dire il contrario mi pare eccessivo. Di motivi per cui la spinta missionaria si è di molto affievolita rispetto al passato, ce ne sono molti, ma uno è anche questo. Era infatti il desiderio di far conoscere la verità a chi camminava nell’errore, di portare la luce dove ancora regnavano le tenebre, di offrire a tutti la possibilità di convertirsi, accogliere il perdono di Dio e credere in Cristo salvatore per avere in lui la vera vita, che migliaia di uomini lungo i secoli hanno abbandonato la propria patria, hanno compiuto viaggi inenarrabili, hanno affrontato fatiche e privazioni di ogni genere, superato comprensibili paure, affrontato l’ignoto, imparato lingue sconosciute, hanno messo a repentaglio la propria vita fino al martirio. “Un banchetto per tutte le genti”: questo il titolo dell’odierna Giornata Missionaria Mondiale. Il fatto che “il Signore prepara sul santo monte per tutti i popoli un banchetto di grasse vivande, di vini eccellenti e di cibi succulenti”, secondo la profezia di Isaia, non ci esime dall’andare ad invitare tutti anche quelli che sono sui bordi delle strade e fra le siepi, affinché partecipino al banchetto nuziale che il Re ha preparato per suo figlio, considerando con attenzione, secondo il senso della parabola evangelica, che a rimaner fuori sono proprio quelli che erano stati invitati per primi. Per condividere questo invito alla festa dovremmo anzitutto noi parteciparvi con gioia ed essere convinti che questa gioia non è solo per qualcuno, ma per tutti.

Il vostro Parroco don Enzo. 



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