Online
Periodico parrocchia del Ss.Antonio Abate e Francesca Cabrini - Sant'angelo Lodigiano
Periodico parrocchia del Ss.Antonio Abate e Francesca Cabrini - Sant'angelo Lodigiano
Logout
Title
Vai ai contenuti

Santa Messa della Domenica


  

14 Aprile 2024


III DOMENICA DI PASQUA - ANNO B


  LITURGIA DELLA PAROLA 



  Prima Lettura

  Avete ucciso l’autore della vita, ma Dio l’ha risuscitato dai morti.


  Dagli Atti degli Apostoli (At 3,13-15.17-19) 

In quei giorni, Pietro disse al popolo: «Il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato di fronte a Pilato, mentre egli aveva deciso di liberarlo; voi invece avete rinnegato il Santo e il Giusto, e avete chiesto che vi fosse graziato un assassino. Avete ucciso l'autore della vita, ma Dio l'ha risuscitato dai morti: noi ne siamo testimoni.

Ora, fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza, come pure i vostri capi. Ma Dio ha così compiuto ciò che aveva preannunciato per bocca di tutti i profeti, che cioè il suo Cristo doveva soffrire. Convertitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati».


Parola di Dio.   


 

Salmo Responsoriale  Dal salmo 4

Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto.


Quando t’invoco, rispondimi, Dio della mia giustizia! 

Nell’angoscia mi hai dato sollievo;

pietà di me, ascolta la mia preghiera. R.


Sappiatelo: il Signore fa prodigi per il suo fedele; 

il Signore mi ascolta quando lo invoco. R.


Molti dicono: «Chi ci farà vedere il bene,

se da noi, Signore, è fuggita la luce del tuo volto?». R.


In pace mi corico e subito mi addormento, 

perché tu solo, Signore, fiducioso mi fai riposare. R.    

 


Seconda Lettura  

Gesù Cristo è vittima di espiazione per i nostri peccati e per quelli di tutto il mondo.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (1Gv 2,1-5a)

Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.

Da questo sappiamo di averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: «Lo conosco», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c'è la verità. Chi invece osserva la sua parola, in lui l'amore di Dio è veramente perfetto.


Parola di Dio. 


  Canto al Vangelo (Lc 24,32)5


Alleluia, alleluia.

Signore Gesù, facci comprendere le Scritture;

arde il nostro cuore mentre ci parli.


Alleluia.



  Vangelo   
  Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno.


Dal Vangelo secondo Luca (Lc 24,35-48) 

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane.

Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.

Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».


Parola del Signore.




Messaggio del Parroco


Carissimi,

domenica scorsa ho compiuto i miei primi “sei mesi” da parroco di sant’Angelo. Ho fatto il mio ingresso il 7 di ottobre e da allora mezzo anno è già trascorso. Non pretendo che l’inizio del ministero del nuovo “prevosto” diventi memoria liturgica, né tantomeno festa e solennità per le comunità santangioline, da celebrare ogni anno con i dovuti riguardi. Semmai chiedo sempre, come dal primo giorno, fiducia, aiuto e preghiere. Per me è certamente l’occasione per fare un primo bilancio. Del resto in tanti me lo chiedono: “Come si trova qui a sant’Angelo?”. Sentirsi rispondere: “Bene!” è rassicurante, specie, ne sono sicuro, per chi vuole bene ai sacerdoti e desidera che si sentano accolti, stimati, che non si trovino male lì dove il Vescovo li ha mandati. Sono stati e lo sono ancora per un verso, mesi particolarmente intensi. Mesi che sono servirti per ambientarmi, per conoscere diverse realtà specie parrocchiali, ma non solo, per conoscere qualche persona almeno tra quelle che sono impegnate attivamente nelle tre parrocchie. Ho avuto modo di capire un po’ di cose di sant’Angelo certo aiutato dal fatto di esserci stato già in passato nei tre anni che hanno preceduto la mia ordinazione sacerdotale, ma anche cosa è cambiato rispetto a trent’anni fa. La fatica è risultata moltiplicata dal fatto di dovermi occupare come Parroco non solo della Basilica, ma anche di S. Rocco e Maiano e dare impulso ad un cammino già iniziato verso la costituzione di un’unica Comunità Pastorale. Imparare a collaborare con gli altri sacerdoti, rispettare abitudini e tradizioni, ma anche offrire un contributo nuovo e di rinnovamento non sempre e non da tutti capito e condiviso, conoscere la complessità e le numerose realtà che animano le parrocchie, gli oratori, la città; assumere la direzione della Fondazione “Madre Cabrini” che gestisce la casa di Riposo; occuparmi soprattutto in questi mesi di dare una impostazione amministrativa alle tre Parrocchie che possa col tempo sollevare un po’ il parroco da alcune questioni e dargli più spazio per dedicarsi alla cura pastorale e spirituale delle comunità e dei fedeli; intervenire su alcune urgenze; ordinare alcune cose in modo diverso per poter lavorare con più agio, sono solo alcuni degli aspetti che mi hanno tenuto “bello allegro” nel compiere i miei primi passi qui tra voi. Nonostante il tanto lavoro; le difficoltà incontrate, compresi i “no” che ho incassato da qualcuno a cui ho chiesto una mano; le fatiche che mi hanno comportato questi primi mesi, non mento quando rispondo che io qui sto “Bene”. Sono venuto volentieri e sono contento di essere il vostro Parroco. Percependo poi anche da parte di molti l’apprezzamento per quello che sto cercando di fare, mi sento incoraggiato e mi fa sentire ben accolto, così che ancor più volentieri cerco di darmi da fare mettendo in gioco tutte le risorse che possiedo, la mia esperienza e i doni che il Signore mi ha dato. So di avere il mio carattere, che andar bene a tutti non è possibile. Difetti e pregi sono spesso le due facce della medesima medaglia. Ho trovato parecchie questioni un po’ trascinate, che sto cercando di risolvere. Non sono capace di far finta di niente, lasciar correre sempre. I problemi ci sono e vanno chiariti e risolti. L’armonia vera non può venire solo dal tollerare tutto comunque. A volte da un chiarimento anche deciso può venir fuori una condizione migliore. Cerco sempre di coinvolgere gli altri preti e i laici nelle mie decisioni, anche se so che poi tocca a me l’ultima parola perché non delego le mie responsabilità. Sono determinato in alcuni miei interventi non per affermare la mia personale autorità, ma per rispetto nei confronti delle nostre comunità, dei loro beni che non mi appartengono e che ho la responsabilità di amministrare nel miglior modo possibile. In altre parole il mio zelo, l’aver messo in campo in alcuni casi azioni legali o averle semplicemente annunciate, non sono sinonimo di cattiveria o di insensibilità da parte mia verso qualcuno, ma della necessità di porre fine o prevenire situazioni che possono arrecare danno alle Parrocchie oggi a me affidate. Si risulta più simpatici, ovviamente, quando non si prendono decisioni che possono contrariare qualcuno, quando si lascia correre, non si fanno osservazioni, ma solo complimenti. Quando invece si fanno presenti e magari con forza alcune cose che non vanno, si alzano subito gli scudi. Io non ho nulla da difendere; quello che faccio lo faccio solo mosso dal voler bene a voi. Se questo comporterà il fatto che a qualcuno non vado bene, me ne farò una ragione, accontentandomi di essere a posto con la mia coscienza, di essere certo che quello che faccio sia secondo il volere di Dio e di sapere che tante persone stanno compiacendosi per quanto, con tutti i miei limiti, sto cercando di fare come Parroco di questa mia, nostra amata città.


Il vostro Parroco don Enzo. 




    


  



 

© 2020 La Cordata Online. All Rights Reserved. Designed By Pascvii
© 2020 La Cordata. All Rights Reserved.         Designed By Pascvii
© 2020 La Cordata. All Rights Reserved. Designed By Pascvii
Torna ai contenuti